L’anno scorso il bonus natalizio da 100 euro aveva dato un piccolo sollievo alle famiglie con figli a carico. Oggi, nessuna misura è all’orizzonte.

Un anno fa, in questo stesso periodo, l’Agenzia delle Entrate chiariva i requisiti per accedere al cosiddetto bonus Natale: un contributo da 100 euro erogato con la tredicesima, destinato ai lavoratori con figli fiscalmente a carico. Oggi, lo scenario appare molto diverso.
Per il 2025, non è prevista alcuna misura di sostegno sulla mensilità aggiuntiva: né bonus straordinari, né forme di detassazione. Eppure, il tema è emerso fin da subito nella discussione sulla Legge di Bilancio. Ma a fronte di risorse limitate e scelte politiche più orientate altrove, il Natale alle porte rischia di pesare ancora di più sui bilanci familiari.

Tredicesima più tassata: il nodo fiscale irrisolto
La questione della tassazione della tredicesima non è nuova. La mensilità aggiuntiva, pur rientrando nel normale reddito da lavoro dipendente, risulta spesso più penalizzata dal punto di vista fiscale. Il motivo? Semplice: su questa voce non si applicano le detrazioni né i bonus ordinari, rendendo il carico fiscale più alto rispetto alle altre mensilità.
Da qui la necessità, riconosciuta da più parti, di alleggerire la pressione fiscale almeno a dicembre, quando le famiglie devono affrontare spese importanti tra regali, festività e bollette di fine anno. Una proposta in tal senso era già stata avanzata nel maggio 2023 dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, che parlava di un intervento mirato per “mettere più soldi in tasca agli italiani”.
Il bonus Natale 2023: un esperimento non ripetuto
Nell’aprile del 2024, il Governo aveva introdotto un bonus Natale temporaneo, come misura ponte in attesa di una riforma più strutturata. Era rivolto a una platea ristretta e il suo impatto economico era stato limitato, ma rappresentava comunque un segnale politico nella direzione della detassazione delle tredicesime.
Quella promessa, però, non ha trovato seguito nel 2025. Nessuna misura transitoria è stata confermata, e il tema — sebbene presente nella delega per la riforma fiscale — è rimasto fermo alle intenzioni. Il Governo, nel frattempo, ha concentrato l’attenzione su strumenti diversi: fringe benefit, premi di produttività e straordinari, considerate leve più rapide per aumentare il potere d’acquisto.
Detassazione delle tredicesime rimandata (forse) al 2026
Qualcosa potrebbe cambiare, ma non prima del 2026. Il vicepremier Antonio Tajani, all’inizio di settembre, è tornato a parlare della possibilità di applicare una flat tax sulle tredicesime, ipotizzando un’aliquota ridotta al 5% o al 10%. Una soluzione che eviterebbe l’applicazione dell’IRPEF ordinaria e che potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per i lavoratori dipendenti.
Anche i sindacati, con la CISL in prima linea, chiedono da tempo un intervento strutturale sul trattamento fiscale delle mensilità aggiuntive. Tuttavia, al momento, nessuna proposta concreta è entrata nella versione attuale della Manovra.
Quindi, mentre il Governo studia le prossime mosse, il Natale 2025 si prepara a passare senza bonus, né sconti fiscali. E le famiglie dovranno fare i conti, ancora una volta, con una tredicesima più leggera del previsto.