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TFR per la pensione anticipata: rivoluzione nella riforma

TFR per la pensione anticipata: rivoluzione nella riforma
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La recente riforma delle pensioni cambia radicalmente il ruolo del TFR, trasformandolo da strumento per realizzare sogni personali a mezzo per anticipare l’età pensionabile. Questa novità coinvolge tutti coloro che vedono nel Trattamento di Fine Rapporto una possibilità di pensionamento anticipato robusto e pianificato.

TFR per la pensione anticipata: rivoluzione nella riforma
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Negli anni, il TFR è stato il pilastro sul quale molti lavoratori contavano per realizzare importanti obiettivi di vita, come supportare l’acquisto di una casa per un figlio. Tuttavia, con le recenti modifiche proposte nella legge di Bilancio, sembra che il suo utilizzo stia per cambiare destinazione. Tradizionalmente, il TFR era l’ultimo regalo che un datore di lavoro offre al lavoratore a fine carriera per aiutarlo a realizzare aspirazioni personali. Oggi, però, il TFR potrebbe essere impiegato come strumento per accorciare la strada verso il pensionamento, agevolando chi non ha intenzione di lavorare fino agli ultimi giorni previsti dalla legge.

Pensionamento anticipato grazie al nuovo uso del TFR

Parlando della nuova riforma, il sottosegretario Claudio Durigon ha introdotto con dichiarazioni clamorose l’idea di utilizzare il TFR in un contesto del tutto nuovo. La cosiddetta “buonuscita” si trasformerà in una risorsa per chi desidera ritirarsi anzitempo dal lavoro, attraverso l’inserimento di questa misura nella legge di Bilancio. L’obiettivo dichiarato è di utilizzare quello che resta del rapporto di lavoro per fronteggiare il minimale richiesto per accedere a una forma nuova di pensione, chiamata “pensione anticipata contributiva”.

La strada per ottenere questa prestazione previdenziale è riservata a coloro che hanno iniziato a contribuire dopo il 31 dicembre 1995. Tuttavia, non basta solo raggiungere i 64 anni di età e accumulare 20 anni di contributi. La misura richiede che si percepisca almeno tre volte l’assegno sociale per accedere a questa forma di pensionamento anticipato.

Verso una nuova previdenza integrata: l’intervento di durigon

La possibilità di ottenere un’uscita anticipata dal mercato del lavoro viene ampliata attraverso l’utilizzo della previdenza complementare. Quest’anno è stata già introdotta una novità significativa: i contributivi puri possono sfruttare anche la rendita accumulata nei fondi pensione integrativi. Questa strategia apre nuove possibilità di pianificazione previdenziale, e funziona in sinergia con la previdenza obbligatoria in maniera efficace.

Il governo sembra determinato a consolidare questo cammino. Unendo i contributi versati all’INPS con il valore della rendita dei fondi pensione, si semplifica il percorso per raggiungere l’importo richiesto, tre volte quello dell’assegno sociale. Proprio in quest’ottica, viene proposta l’idea di canalizzare anche il TFR direttamente nei fondi pensione. Questo cambiamento potenzia la rendita complessiva, avvicinando molti lavoratori all’obiettivo di pensionamento anticipato.

Le scelte per il lavoratore: utilizzare il TFR per il futuro

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“Consentiremo l’uso del TFR come rendita per raggiungere la soglia di pensione minima richiesta”, ha affermato Durigon in un’intervista, chiarendo l’intenzione del governo di prevenire l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni. Il provvedimento potrebbe non solo toccare i contributivi puri, ma anche i lavoratori con carriere miste. Questi ultimi potrebbero accedere alla pensione a 64 anni avendo maturato 25 anni di contributi.

La riforma quindi si mostra inclusiva, permettendo a un numero maggiore di persone di beneficiare di una pensione anticipata, utilizzando il TFR e la previdenza complementare fin dalla metà degli anni ’90. Nessuno sarà obbligato a destinare il TFR alla previdenza integrativa, lasciando la scelta totalmente individuale. I lavoratori si troveranno di fronte a un bivio importante: proseguire la loro carriera fino ai 67 anni, riscuotendo il TFR completo al termine del rapporto di lavoro, oppure optare per un più precoce ritiro a 64 anni, integrando il TFR per soddisfare i requisiti previdenziali.