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Tesla nel mirino degli investitori ribassisti: Michael Burry e le sue critiche taglienti

Tesla nel mirino degli investitori ribassisti: Michael Burry e le sue critiche taglienti
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Il noto gestore di hedge fund Michael Burry torna a far parlare di sé, puntando il dito contro Tesla e le sue valutazioni. Ma quali sono le sue osservazioni e come influenzano il mercato?

Da tempo, Tesla è al centro del dibattito a Wall Street, e la recente critica di Michael Burry riporta in auge il tema della sua valutazione di mercato. Celebre per la sua abilità di prevedere il crollo dei mutui subprime negli Stati Uniti, Burry non è un personaggio qualunque. Attraverso il suo blog “Cassandra Unchained”, l’investitore ha recentemente definito le azioni Tesla "ridicolmente sopravvalutate". Non molto indietro nel tempo, aveva già espresso riserve simili circa le valutazioni delle compagnie attive nel settore dell’Intelligenza artificiale.

Burry sostiene che Tesla stia diluendo gli azionisti a un tasso del 3,6% annuo, complice l’assenza di programmi di riacquisto di azioni. Il nuovo, vasto piano di incentivi in azioni per il CEO di Tesla, Elon Musk, recentemente approvato, non fa che esacerbare questa situazione. Questo piano potrebbe arrivare a valere fino a 1000 miliardi di dollari in azioni nel prossimo decennio, suscitando le preoccupazioni di enti rilevanti come Norges Bank Investment Management, il più grande fondo sovrano al mondo, che ha votato contro il piano, temendo soprattutto l’eccessiva dimensione del pacchetto, la diluizione e un’inadeguata riduzione della dipendenza da Musk.

Un mercato sotto pressione

In aggiunta alle critiche di Burry, Tesla deve affrontare condizioni di mercato sfavorevoli. Al prezzo attuale, la valutazione della società è impressionante: le azioni sono scambiate a 209 volte gli utili futuri, ben al di sopra della media quinquennale di 94 e molto distante dalle 22 volte dell’indice S&P 500. Questo divario preoccupa non solo Burry, ma anche altri investitori, combinando un crescente scetticismo verso le previsioni estremamente ottimistiche.

Ma non è tutto qui; gli ultimi dati sulle immatricolazioni dei veicoli Tesla in Europa dipingono un quadro incerto. Novembre ha visto una contrazione significativa in diversi mercati chiave, con la Francia a -58% nelle vendite, la Svezia a -59%, la Danimarca a -49%, i Paesi Bassi a -44%, il Portogallo a -47% e la Spagna a -9%. Questi numeri evidenziano le difficoltà che Tesla affronta nell’espandere la propria quota di mercato, nonostante gli sforzi per lanciare nuovi modelli come la Model Y.

Segnali di resistenza e speranze di recupero

Nonostante il panorama complessivamente complesso, alcune speranze si intravedono all’orizzonte. In Norvegia, ad esempio, le immatricolazioni delle auto Tesla hanno visto un incremento straordinario, triplicando fino a raggiungere le 6.215 unità, segnando con anticipo un nuovo record di vendite annuali per il paese. Anche l’Italia, sebbene su un periodo di confronto più esteso mostri dati negativi, ha visto un balzo del 58,1% nelle vendite.

Questi segnali misti suggeriscono che, nonostante le criticità, Tesla continua a mantenere un forte seguito in alcune aree, un fattore che potrebbe giocare a favore dell’azienda in futuro. Tuttavia, con voci potenti come quella di Burry che esprimono scetticismo e con un mercato globale in continua evoluzione, le sfide restano numerose e ben documentate. Per gli investitori e gli osservatori, saranno i prossimi mesi a determinare quanto veramente il grande corteggiamento ribassista avrà intaccato Tesla, o se invece l’azienda riuscirà a delineare un percorso redditizio per il futuro.

Fonte: www.ilsole24ore.com