Il 2026 porta con sé aspettative sui miglioramenti salariali, mentre le limitate risorse finanziarie impongono scelte oculate. Solo misure mirate promettono qualche incremento in busta paga, mentre ogni proposta di flat tax è vincolata da soglie di reddito ben definite.

La Manovra Economica 2026 punta a ridare ossigeno agli stipendi italiani, messi a dura prova da anni di inflazione e stagnazione salariale. Tra tagli al cuneo fiscale, nuove flat tax e incentivi alla produttività, il Governo tenta di sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori, pur dovendo fare i conti con risorse limitate. Le misure previste, però, si rivolgono a una platea ristretta: solo una parte dei dipendenti potrà davvero contare su un incremento in busta paga. Tra aspettative e vincoli di bilancio, il 2026 si preannuncia come un anno di piccole conquiste più che di grandi rivoluzioni economiche.
La Sfida degli stipendi italiani
Affrontare il crescente costo della vita rappresenta una corsa a ostacoli per i salari italiani. Secondo gli ultimi dati ISTAT, le retribuzioni reali sono inferiori di 8,8 punti percentuali rispetto a gennaio 2021. Da qui nasce l’esigenza di un’azione incisiva attraverso la Manovra 2026, mirata a ridurre la pressione fiscale per incrementare gli stipendi. Tuttavia, la domanda cruciale rimane: quanti beneficeranno realmente delle ipotizzate flat tax per i lavoratori dipendenti?
Una manovra limitata dalla finanza pubblica

La Legge di Bilancio di quest’anno non dispone di grandi margini di spesa, quindi anche le novità salariali saranno selettive. Le agevolazioni previste sono destinate a una platea ben delineata, determinata da limiti precisi di reddito. Con una disponibilità economica di 18,7 miliardi di euro, leggermente superiore ai fondi dell’anno precedente, si investiranno soltanto 700 milioni di euro per il taglio del cuneo fiscale e dell’IRPEF a tre aliquote.
Dal 1° gennaio, circa 33 milioni di contribuenti risentiranno delle novità. Tuttavia, come accade con le spese ridotte, anche i vantaggi salariali saranno ristretti a una selezione di dipendenti, inclusi i 13,6 milioni che vedranno un taglio dell’IRPEF dal 35% al 33%.
Dettagli del pacchetto stipendi 2026
L’articolo 4 del nuovo Disegno di Legge di Bilancio attualmente in discussione in Parlamento raccoglie le fondamentali decisioni sui salari. Anche se si mira a sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti, le misure restano vincolate dai limiti di bilancio, rendendo il Fisco più leggero solo su specifiche voci in busta paga e sotto determinate soglie di reddito. Tra gli incentivi inclusi, si prevede una flat tax del 5% sugli stipendi aumentati da rinnovi contrattuali nel 2025 e 2026, ma limitata a chi guadagna fino a 28.000 euro. Solo 3,3 milioni di lavoratori beneficeranno di questi aumenti, a un costo di 470 milioni di euro tra il 2026 e il 2028.
Un’altra misura interessante è una flat tax del 15% su straordinari e lavoro notturno o festivo, beneficiante ai lavoratori con un reddito fino a 40.000 euro. Tuttavia, questa agevolazione si applica solo a un massimo di 1.500 euro di straordinari annui, interessando 2,3 milioni di dipendenti. Infine, la detassazione quasi totale dei premi di produttività, con un’aliquota ridotta all’1%, si applicherà a circa 250.000 dipendenti, nonostante i premi più alti possano arrivare sino a 80.000 euro. La Legge di Bilancio 2026 innalza la soglia massima per la flat tax da 3.000 a 5.000 euro, ma questo aumento rischia di rimanere simbolico, dato che i premi effettivi sono generalmente più bassi.
