All’inizio, il Viminale ha lanciato una proposta che avrebbe abolito l’uso delle keybox, rendendo obbligatorio l’incontro fisico tra proprietari e turisti. Secondo l’associazione FARE, che rappresenta le strutture ricettive extralberghiere, una simile regola avrebbe complicato notevolmente la gestione dei flussi turistici, aggiungendo ulteriore burocrazia.

Il ruolo del TAR del Lazio nella questione Keybox
Il TAR del Lazio, dando credito alle argomentazioni di FARE, ha deciso di sospendere gli effetti della circolare del Viminale. I giudici regionali hanno considerato che la presenza delle keybox non rappresenti di per sé una minaccia alla sicurezza pubblica. Questo ha portato alla sospensione della norma, rendendo nullo il provvedimento che vietava le keybox.
Lo stato attuale del divieto di Keybox
Nonostante l’annullamento, la questione non è ancora risolta definitivamente. È in corso un procedimento giudiziario contro la sentenza del TAR del Lazio, che mira a ripristinare l’obbligo di incontro personale tra host e ospiti. Nel frattempo, Roma si mantiene in attesa di una decisione finale da parte del Consiglio di Stato, sperando di bilanciare sicurezza pubblica e gestione turistica.
Dagli ultimi dati, emerge che il numero di case vacanza, affittacamere e B&B è aumentato da 32.753 nel 2024 a 38.500, concentrandosi in gran parte nel centro della capitale. Questo incremento rende ancora più urgente una chiara regolamentazione sull’uso delle keybox, che spesso vengono montate senza autorizzazione in spazi pubblici o edifici privati. Secondo la legge, questa pratica violerebbe l’articolo specifico che regola le affissioni illecite, richiedendo interventi da parte delle autorità locali.
Il futuro delle Keybox e la burocrazia turistica
Nei primi mesi del 2025, sono state rimosse 500 keybox non autorizzate installate in spazi pubblici. L’Assessore al Turismo, Alessandro Onorato, ha chiarito il suo intento di combattere tali installazioni “selvagge” per preservare il decoro urbano. Tuttavia, la questione non si esaurisce qui. Il Decreto Legge 201 del 2011, concepito per rendere più efficiente la burocrazia, sembra in contrasto con il divieto delle keybox, ostacolando la gestione remota delle prenotazioni turistiche.
Cancellare la possibilità di check-in remoto comporterebbe complicazioni significative, opponendosi alle misure stabilite più di un decennio fa per migliorare il sistema amministrativo. Ora, l’attenzione è tutta sul Consiglio di Stato, che dovrà decidere il destino di questa controversia mostrando equilibrio tra efficienza gestionale e conservazione dell’ordine pubblico.