Una rivelazione recente potrebbe ridefinire le regole nel campo dei soccorsi in montagna, sollevando interrogativi e preoccupazioni tra gli operatori del settore.

L’indiscrezione trapelata da La Repubblica lascia presagire cambiamenti significativi nel mondo del soccorso alpino, specialmente per gli interventi condotti dai tecnici della guardia di finanza. Se confermata, questa proposta normativa associata alla prossima legge di bilancio, in calendario per essere approvata entro la fine del 2025 ed entrare in vigore all’inizio del 2026, creerà nuovi scenari nella gestione dei costi delle operazioni di salvataggio.
Nuova legge di bilancio: implicazioni sui costi di soccorso
La Repubblica ha riferito che questa legge potrebbe introdurre un quadro in cui le spese di soccorso saranno addebitate a chi si trova in difficoltà a causa di comportamenti imprudenti o in caso di richieste di aiuto infondate. La norma non toccherà il principio di obbligo di salvataggio per situazioni pericolose a bordo di navi o aerei. L’intento sembrerebbe quindi di responsabilizzare chi si avventura senza la dovuta prudenza, sollevalo dalla gratuità tradizionale dei soccorsi alpini.
Un cambiamento sconcertante per i professionisti del settore

La notizia è stata accolta con stupore e scetticismo tra i professionisti del soccorso alpino. Né il personale della guardia di finanza né il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) avevano ricevuto informazioni preliminari su questa possibilità. Tuttavia, le voci all’interno del settore parlano di un’incredulità diffusa. Le complessità normative che potrebbero emergere, se la proposta diventasse legge, sono immense. Chi avrebbe il compito di determinare la colpa grave di un escursionista? E come si calcolerebbero i costi di un’operazione di soccorso?
Questioni logistiche e legislazione complessa
La proposta solleva numerosi nodi pratici e legali. Come influirebbe la nuova normativa su operazioni congiunte, quali quelle tra il CNSAS e la guardia di finanza? E, in caso di individuazione di dolo, chi perseguirebbe il pagamento? Il dibattito sulla quantificazione dei costi ruota attorno all’intricata natura delle operazioni, variabile non solo a seconda del luogo, ma anche del tipo di soccorso necessario. È comprensibile, quindi, il timore che questo possa tradursi in una questione più di forma che di sostanza, una “demagogia pura”, come è stata definita da un soccorritore scettico.
Questi cambiamenti potenzialmente epocali potrebbero responsabilizzare gli escursionisti abituali e scoraggiare richieste infondate, ma rischiano anche di complicare il sistema normativo e operativo del soccorso alpino. La comunità del soccorso resta in attesa di dettagli e conferme ufficiali, mentre si interroga su come questa proposta influenzerà il futuro delle operazioni di salvataggio.
