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Riscatto laurea a 900 euro l’anno per docenti e Ata

Riscatto laurea a 900 euro l’anno per docenti e Ata
Photo by Alexas_Fotos – Pixabay
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Una proposta di legge mira a rendere più accessibile il riscatto degli anni universitari, abbattendo i costi e favorendo il pensionamento anticipato per il personale scolastico.

Riscatto laurea a 900 euro l’anno per docenti e Ata
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Una nuova via per il riscatto degli anni di studio

Abbattere drasticamente i costi per riscattare gli anni di università e permettere un’uscita anticipata dal lavoro: è questo il cuore del disegno di legge S. 1413, presentato al Senato dalla senatrice Carmela Bucalo (Fratelli d’Italia). La proposta, ora all’esame della Commissione Affari Sociali, punta a introdurre un riscatto agevolato a 900 euro per ogni anno di corso, contro gli oltre 6.000 euro attualmente richiesti. Una misura che renderebbe il riscatto decisamente più sostenibile, con un costo totale di 3.600 euro per una laurea quadriennale.

L’iniziativa nasce dal sindacato Anief, che ha promosso una petizione con oltre 120.000 firme per chiedere un accesso facilitato alla pensione per docenti, personale tecnico-amministrativo (Ata) e dirigenti scolastici. L’obiettivo? Consentire il pensionamento già a 60 anni, sfruttando gli anni di studio riscattati per raggiungere i requisiti contributivi necessari. Una possibilità preziosa soprattutto per chi rientra nel sistema contributivo puro, che altrimenti dovrebbe attendere i 64 anni di età.

Cosa prevede il disegno di legge e i benefici

Il disegno di legge modifica l’articolo 2 del decreto legislativo 184/1997, introducendo condizioni più favorevoli per il personale del comparto Istruzione e Ricerca. Il riscatto standard, aggiornato ai dati Inps 2025, supera i 6.000 euro all’anno, rendendo l’operazione quasi proibitiva: oltre 30.000 euro per un corso quinquennale. Con la nuova proposta, il costo verrebbe ridotto a 4.500 euro per cinque anni di studi. Un investimento molto più accessibile, pensato per valorizzare la formazione e offrire maggiore flessibilità a chi opera nel settore scolastico.

Il riscatto agevolato punta a generare una serie di benefici a catena: agevolare il turn over, combattere il rischio di burn-out, incentivare la formazione post universitaria e dare nuovo slancio al personale della scuola. Secondo i promotori, ridurre l’aliquota di computo per calcolare il riscatto significa aumentare il monte contributivo in modo strategico, consentendo una pensione più rapida o più vantaggiosa. Una riforma che, se approvata, potrebbe trasformarsi in un vero strumento di welfare per un comparto fondamentale come quello dell’Istruzione.