Esplora i criteri essenziali per ottenere la pensione anticipata: età, contributi e certificazione di invalidità sono solo alcuni.

Un’opportunità spesso sottovalutata, ma fondamentale per chi affronta la vita lavorativa con delle limitazioni fisiche, è la possibilità di andare in pensione anticipatamente. Un privilegio riservato a specifiche categorie di lavoratori che possono dimostrare una significativa riduzione della capacità lavorativa. Vediamo come funziona questo meccanismo all’interno del sistema pensionistico italiano e quali sono i requisiti da soddisfare.
La via preferenziale verso la pensione
Nel corso degli anni, il sistema previdenziale italiano ha cercato di fornire strumenti per agevolare chi, a causa di invalidità, non può continuare il proprio percorso lavorativo fino all’età pensionabile standard. Questa sorta di passaggio preferenziale è riservata ai lavoratori dipendenti del settore privato, che risultano iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) o ai suoi fondi sostitutivi. Tuttavia, c’è un importante dettaglio temporale: i contributi devono infatti essere stati versati entro la fine del 1995.
Ma chi sono, precisamente, i destinatari di questa misura? I lavoratori autonomi, i professionisti indipendenti e i dipendenti pubblici restano fuori da questa possibilità. Un ulteriore filtro riguarda il grado di invalidità. Infatti, per accedere a questo tipo di pensione, è necessaria una certificazione di invalidità pari o superiore all’80%, come stabilito dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS). Questo livello dimostra una tale compromissione da giustificare l’uscita anticipata dal mondo del lavoro.
I requisiti necessari per la pensione anticipata
Non basta però solo il riconoscimento dell’invalidità. Altri criteri di età e contributi sono determinanti nel processo di richiesta della pensione anticipata. Le donne lavoratrici possono avanzare l’età pensionabile anticipata a 56 anni, mentre gli uomini devono raggiungere i 61 anni. Inoltre, devono aver accumulato almeno 20 anni di contributi versati.
Dopo aver soddisfatto queste condizioni, il lavoratore deve inviare una richiesta all’INPS. L’ente procede quindi con un rigoroso iter di verifica. Se l’esito è positivo, si può iniziare a beneficiare della pensione. È importante tenere presente che, una volta approvata la pensione, esiste una “finestra mobile” di 12 mesi durante la quale le varie pratiche amministrative e le ultime verifiche vengono finalizzate.
Il processo di verifica dell’invalidità
Non ci sono scorciatoie: anche chi possiede un certificato di invalidità civile non può automaticamente considerarsi idoneo alla pensione anticipata. L’INPS sottopone ogni caso a una sua valutazione attraverso commissioni mediche specializzate. Anche se l’invalidità civile riconosciuta può facilitare il processo, essa non è decisiva.
L’iter prevede un esame medico in cui viene rigidamente valutato il grado di invalidità, necessario affinché sia confermato almeno l’80% richiesto. Con un verdetto positivo da parte di queste commissioni, il percorso verso la pensione anticipata può proseguire. Un elemento rilevante in questo contesto è il momento esatto in cui l’invalidità viene ufficialmente riscontrata. Se la valutazione avviene prima che il lavoratore raggiunga l’età minima necessaria, il calcolo della pensione partirà dal mese successivo al raggiungimento di tale età, applicando sempre la finestra di 12 mesi. In caso contrario, se l’invalidità è confermata dopo il raggiungimento dell’età pensionabile, la decorrenza partirà dall’accertamento, ma con un differimento di un anno.