
Un periodo d’oro: opportunità o illusione?
Continuano le luci della ribalta per l’oro, che ha registrato un significativo aumento del 40,6% fino al 10 novembre di quest’anno, superando le performance delle azioni globali e del solido indice FTSE MIB. Ma vale davvero la pena investire in questo metallo fiammeggiante? In un mercato così volatile, anche il minimo errore può costar caro. Infatti, fattori come le tensioni della guerra commerciale, la persistente inflazione e le ingenti riserve auree della Banca d’Italia mantengono alta l’attrattiva per l’oro. Tuttavia, per capitalizzare su questo trend, serve un tempismo perfetto.
Cosa sapere sulla volatilità dell’oro
L’oro è rinomato per la sua estrema volatilità. Le variazioni di prezzo sono tanto imprevedibili quanto brusche. Considerate che dal 1974, quando furono allentate le restrizioni dello standard aureo negli Stati Uniti, il rendimento annuale dell’oro si è attestato intorno al 9,2% in euro e lire. Un valore simile a quello delle azioni italiane, ma ben al di sotto delle azioni globali con un rendimento dell’11,8%. Nonostante questo, l’oro comporta una volatilità devastante, con una deviazione standard del 18,8%, superiore a quella delle azioni globali. La sua storia ci offre esempi lampanti: nel 1980 ha superato gli 850 dollari, per poi crollare e ritornare a quel livello solo nel 2008. Un ciclo ventennale segnato da crescenti fluttuazioni e ribassi prolungati.
Oro: una tutela contro l’inflazione?
L’andamento recente dell’oro mette in dubbio la sua tradizionale funzione di scudo contro l’inflazione. Nel 2022, nonostante l’inflazione elevata, l’oro non ha offerto riparo. Ha perso l’11,6% nel periodo da marzo a ottobre, sprofondando insieme ai mercati azionari. Un segno che la sua corretta funzione di copertura è decisamente discutibile. Il rialzo successivo ha accompagnato il mercato azionario, parallelamente a un rallentamento dell’inflazione, dimostrando come l’oro segua più l’umore del mercato che i fondamentali economici.
Il gioco delle sedie
L’investimento in oro è comparabile al “gioco delle sedie”, con ampi guadagni alternativi a improvvisi ribassi e lunghi periodi di stagnazione. Alla fine, la fortuna, non la strategia, ha dato i suoi frutti a chi ha accumulato profitti nel corso di questo boom. Tuttavia, per chi cerca rendimenti stabili e una maggiore prevedibilità, la strada dell’oro può non essere la più indicata. Un approccio ben definito e misurato su altri tipi di asset potrebbe offrire risultati migliori nel lungo termine. Con la mancanza di fondamentali solidi, l’oro rimane un investimento tanto affascinante quanto volatile. Il tempismo è tutto, ma pochi hanno la precisione necessaria per dominarne le oscillazioni imprevedibili.

