L’Agenzia delle Entrate ha messo in atto nuove misure di controllo sul rimborso 730 per individuare eventuali anomalie. Questo significa che i rimborsi potrebbero subire ritardi se si verificano alcune particolari discrepanze. Scopriamo cosa potrebbe far scattare un controllo e cosa comporta per i contribuenti.

Da dove proviene l’occhiata del fisco?
Ogni anno, i cittadini italiani sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi usando il modello 730. Tuttavia, dal 1° luglio 2025, una serie di controlli preventivi possono essere attivati prima dell’emissione dei rimborsi. Ma quali sono i fattori che attirano l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate? Le modifiche importanti al modello 730 precompilato, le discrepanze tra i dati di quest’anno e quelli passati o le irregolarità nelle certificazioni uniche (CU) possono essere motivo di indagini dettagliate. Anche se inaspettate, queste verifiche sono essenziali per assicurare la correttezza fiscale.
Quando il fisco approfondisce le verifiche
Non importa se il modello 730 viene consegnato autonomamente o attraverso dei professionisti come CAF o commercialisti; l’Agenzia delle Entrate ha l’autorità di condurre indagini più approfondite. Le variazioni che impattano sul calcolo dei redditi o delle imposte rappresentano un segnale di allerta significativo. Cosa accade quando emergono differenze consistenti tra il nuovo modello 730 e quelli degli anni precedenti? Questa è una delle situazioni che potrebbero portare a controlli più intensi. Inoltre, differenze nei dati provenienti da enti esterni o incongruenze nelle CU sono suscettibili di esaminazioni approfondite. In sostanza, le rettifiche significative al 730 possono necessitare una doppia verifica prima dell’erogazione dei rimborsi fiscali.
Fiducia o fondi: un equilibrio delicato
Oltre alle discordanze nei dati, anche i rimborsi che superano i 4.000 euro possono richiedere un controllo attento, come stabilito dal comma 3-bis dell’articolo 5 del decreto legislativo n. 175/2014. È curioso notare come, all’aumentare delle cifre coinvolte, diventi inevitabile una verifica aggiuntiva da parte dell’Agenzia delle Entrate. Questa procedura non solo garantisce la precisione del processo, ma protegge anche gli interessi fiscali generali. Quando il denaro è in gioco, la prudenza non è mai troppa.
In attesa di un rimborso: un gioco di pazienza
L’attuazione di controlli preventivi ha come conseguenza inevitabile il rallentamento della ricezione del rimborso fiscale. Sebbene le verifiche siano da completare entro quattro mesi dalla data di scadenza della dichiarazione 730/2025, il pagamento effettivo del rimborso potrebbe essere posticipato fino a sei mesi dopo il termine di presentazione. Per i contribuenti, questo significa dover attendere potenzialmente fino a marzo, compromettendo uno dei principali vantaggi del modello 730: il ricevimento rapido dei rimborsi IRPEF. Alla fine, però, queste misure sono messe in atto per salvaguardare l’integrità delle finanze pubbliche, assicurando così che ogni dettaglio sia esaminato con la massima attenzione.