Home » Business » Niente Naspi per stagionali: la nuova stretta INPS fa paura

Niente Naspi per stagionali: la nuova stretta INPS fa paura

Niente Naspi per stagionali: la nuova stretta INPS fa paura
Photo By Chay_Tee- shuttertcok
Lettura: 3 minuti

Le recenti modifiche alla normativa sulla Naspi hanno messo in allarme molti lavoratori stagionali del settore turistico e alberghiero. Questi cambiamenti minacciano di privarli del fondamentale supporto economico durante i periodi di inattività, in un contesto lavorativo già di per sé incerto e instabile.

Niente Naspi per stagionali: la nuova stretta INPS fa paura
Photo By Chay_Tee- shuttertcok

Nel mondo del turismo e dell’ospitalità, le opportunità lavorative sono strettamente legate alle condizioni climatiche e ai flussi turistici stagionali. Questo tipo di lavoro, pur essendo cruciale per l’economia, lascia inevitabilmente scoperti alcuni mesi ogni anno. In periodi di inattività, la Naspi rappresenta un’ancora di salvezza economica per molti lavoratori. Tuttavia, le recenti modifiche normative hanno introdotto ostacoli inaspettati, mettendo a rischio la possibilità di accedere a questa forma di sostegno.

Un caso di vita reale: la battaglia per la Naspi

Un lettore del settore ricettivo ci racconta la sua situazione: “Sono da anni un lavoratore del settore turistico e alberghiero”, con esperienza negli hotel durante le stagioni estiva e invernale. Dopo aver concluso la stagione estiva il 31 agosto, la pianificazione era di lavorare in Trentino dalla metà di novembre. Tuttavia, per la prima volta, gli è stato comunicato dal suo patronato che non ha diritto alla Naspi.

Il motivo della sua esclusione è dovuto a un licenziamento seguito da una riassunzione per un contratto inferiore ai tre mesi, in cui si è dimesso per motivi di conflitto con i precedenti datori di lavoro. Questo, secondo la nuova normativa, preclude l’accesso alla Naspi, a meno che il nuovo contratto non duri almeno tre mesi. La sua situazione era simile a quella del 2021, ma all’epoca non aveva incontrato problemi nel ricevere la disoccupazione.

I cambiamenti alla Naspi e le conseguenze per i lavoratori

Le nuove regole sulla Naspi mirano a contrastare comportamenti considerati impropri da parte di lavoratori e datori di lavoro. In passato, le assenze ingiustificate potevano portare al licenziamento, concedendo comunque al lavoratore l’accesso alla Naspi, pur essendo la sua intenzione reale quella di dimettersi. Oggi, simili strategie sono equiparate a dimissioni volontarie, che escludono il diritto alla disoccupazione.

Un’altra modifica significativa riguarda i lavoratori stagionali: se il rapporto precedente è terminato con dimissioni, il successivo contratto a termine deve durare almeno tre mesi per consentire nuovamente l’accesso alla Naspi. Questa misura è stata introdotta per proteggere le casse pubbliche da utilizzi impropri dei sussidi di disoccupazione.

Un futuro difficile: le sfide per riottenere la Naspi

Niente Naspi per stagionali: la nuova stretta INPS fa paura
Photo by useche360 – Pixabay

A partire dal 1° gennaio 2025, secondo la Legge di Bilancio 2024, la normativa diventerà ancora più stringente. I lavoratori che si dimettono volontariamente dovranno lavorare almeno per tre mesi consecutivi e accumulare almeno 13 settimane di contributi per poter richiedere di nuovo la Naspi. Questo chiarimento normativo evidenzia l’importanza di una pianificazione attenta da parte dei lavoratori stagionali.

Al nostro lettore consigliamo di analizzare nel dettaglio se il suo contratto originale fosse a tempo determinato, visto che la normativa potrebbe avere delle finestre interpretative. Anche se il patronato ha fornito una valutazione preliminare, un secondo parere professionale potrebbe fare la differenza. Inoltre, una volta terminata la sua stagione lavorativa in Trentino, le 13 settimane di contributi accumulate dovrebbero consentirgli di richiedere nuovamente la Naspi senza intoppi.