l Ministero dell’Economia lavora a una svolta per il supporto alle lavoratrici madri, mirando a stimolare sia la natalità che l’occupazione femminile nel nostro Paese.

Un piano di riforma discussione
Un radicale cambiamento potrebbe partire già dal prossimo anno per le mamme lavoratrici italiane. Si parla dell’introduzione di una “super detrazione” fiscale, che sostituirebbe le attuali agevolazioni individuali con nuove formule legate al numero di figli e alla struttura familiare. Questo nuovo sistema, tuttavia, appare limitato alle sole lavoratrici madri, escludendo i padri, a meno che le madri stesse non siano incapienti. Al momento, il progetto è ancora in fase embrionale e richiede un’attenta valutazione dei possibili effetti sulle finanze pubbliche per diventare realtà.
Verso un nuovo schema di detrazioni fiscali
Oltre ai già noti bonus come il “bonus mamme”, il “bonus nido” e l’assegno unico, si prospetta l’arrivo di ulteriori misure a sostegno delle famiglie. La recente proposta riguarda un “superbonus” disegnato per le mamme che lavorano, focalizzato sulla detrazione fiscale piuttosto che sull’erogazione diretta di fondi. Il ministro Giancarlo Giorgetti, intervenuto recentemente alla Camera, ha sottolineato l’importanza di rafforzare l’occupazione femminile tramite specifiche detrazioni fiscali che influiscano indirettamente sull’offerta lavorativa. L’idea, come riportato dal Messaggero, è quella di una scala fiscale correlata al numero di membri del nucleo familiare, destinata a sostituire l’attuale sistema di detrazioni individuali.
Sfide e opportunità: superbonus per le mamme lavoratrici

La proposta di rimodulare le detrazioni attualmente destinate a singoli e uomini a favore delle madri con figli potrebbe comportare benefici significativi. Si ipotizza una detrazione di 2.500 euro per il primo figlio, 7.500 euro per il secondo, 12.500 euro per il terzo e 17.500 euro per il quarto, segnalando una media di 5.000 euro per figlio. Tuttavia, questo vantaggio fiscale sarebbe riservato esclusivamente alla madre, salvo casi di incapienza in cui potrebbe essere trasferito al padre. Nonostante l’idea sembri promettente, rimangono da chiarire e risolvere alcune criticità, in particolare la disponibilità delle risorse finanziarie. L’approvazione di tali interventi richiederebbe infatti una rigorosa valutazione della compatibilità con gli attuali vincoli di bilancio e con la prevista riduzione dell’IRPEF per il ceto medio.
Superbonus e sostenibilità economica: un’incognita aperta
La recente Legge di Bilancio ha trasformato il metodo di calcolo delle deduzioni fiscali, richiedendo di tenere conto di nuove soglie di spesa complessive basate sul reddito e sul numero di figli. Le detrazioni introdotte si rivolgono a contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro, con variazioni basate sulla composizione familiare. Sebbene il potenziale superbonus si integri in questo quadro, rimane da vedere se potrà diventare realtà. Oltre alla sostenibilità fiscale, il governo deve considerare altre priorità, come la pianificata riduzione dell’IRPEF per i redditi medi, abbassando il secondo scaglione dal 35 al 33 percento. Nonostante queste difficoltà, l’iniziativa rappresenta una possibilità allettante per molte famiglie, in attesa di vedere se il progetto potrà concretizzarsi efficacemente.