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Dove si pagano più tasse in Italia?

Dove si pagano più tasse in Italia?
Photo by ApexDigitalAgency – Pixabay
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Scopri come le addizionali e l’IRAP influenzano il bilancio fiscale in regioni come Campania e Lazio, e perché il prelievo varia tanto.

Dove si pagano più tasse in Italia?
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Un viaggio attraverso le regioni italiane per scoprire dove il fisco è più esoso e dove, invece, il prelievo risulta più leggero. Esperienza di vita, lavoro, e strategia fiscale si intrecciano nel cuore del Bel Paese, influenzando il bilancio quotidiano di cittadini e cittadini.

Gli italiani devono sottostare a un regime fiscale che varia da regione a regione. Oltre all’imposta standard sull’IRPEF, i contribuenti affrontano anche le addizionali locali tanto a livello regionale quanto comunale. Ma quali sono le aree dove il peso delle tasse si fa sentire maggiormente?

La distribuzione regionale delle imposte

Il fisco, lo sappiamo, è il cuore pulsante del finanziamento pubblico, indispensabile per mantenere in piedi i servizi essenziali come la sanità e l’istruzione. Tuttavia, non tutte le regioni italiane contribuiscono allo stesso modo. Mentre l’IRPEF, per definizione, segue scaglioni di reddito uniformi, la vera differenza nasce dalle addizionali regionali e comunali. Nel 2022, il gettito lordo totale delle imposte ammontava a 247,9 miliardi di euro, mentre le addizionali regionali richiedevano ulteriori 13,9 miliardi.

Le regioni che applicano un’aliquota media superiore alla media nazionale includono nomi noti come Campania e Lazio fino a zone meno discusse come il Molise e la Liguria. Sorprendentemente, in queste aree anche il versamento medio per contribuente supera la soglia dei 451,65 euro annui.

Addizionali regionali vigenti nel 2025

Ogni regione segue regole specifiche per le addizionali e quest’anno non fa eccezione. Per esempio, l’Abruzzo applica aliquote che vanno dall’1,67% al 3,33% a seconda della fascia di reddito, mentre la Calabria impone un’unica aliquota dell’1,73%. In contrasto con queste, regioni come il Friuli Venezia Giulia mantengono l’aliquota al minimo consentito, con uno 0,70% per chi guadagna fino a 15.000 euro l’anno.

All’estremo opposto troviamo il Lazio, con un’imposta che sfiora il 3,33% per quasi tutte le fasce di reddito, rendendola una delle regioni più onerose dal punto di vista fiscale. Vale la pena sottolineare che maggiore è il prelievo, migliore dovrebbe essere la qualità dei servizi locali offerti, una prospettiva che aggiunge ulteriore complessità alle scelte fiscali dei residenti.

Ulteriori imposte regionali: IRAP, Ticket Sanitario e bollo auto

Le addizionali non sono le uniche tasse a rimpinguare le casse regionali. C’è l’IRAP, un’imposta sulle attività produttive che riguarda solo i professionisti e le imprese. Le aliquote qui variano significativamente, con la Campania che impone la più alta al 4,97%, mentre la provincia autonoma di Trento applica la più bassa al 2,68%.

Anche il bollo auto rientra tra le tasse regionali, legato alla classe ambientale e alla potenza del veicolo. Le regioni più care, come Campania e Lazio, impongono tariffe che superano la media nazionale, mentre altre come Lombardia e Piemonte offrono sconti significativi, rendendo meno gravoso il mantenimento di un veicolo.

Infine, il ticket sanitario entra in scena dal 2025 con un tariffario uniforme, mirato ad eliminare le differenze regionali. Le visite specialistiche ora hanno un costo fisso, ad esempio 25 euro per una prima visita, un intervento pensato per uniformare le spese sanitarie su tutto il territorio nazionale.