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Controlli fiscali sui forfettari

Controlli fiscali sui forfettari
Photo by u_8hm4phjihf – Pixabay
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Le verifiche fiscali sui contribuenti italiani con partita IVA in regime forfettario stanno generando non poche discussioni. Questo regime, pensato per alleggerire il carico fiscale e semplificare la gestione burocratica, sembra ora essere sotto i riflettori delle autorità competenti. Ma cosa sta realmente accadendo?

Controlli fiscali sui forfettari
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Negli ultimi mesi, coloro che si affidano al regime forfettario non sono riusciti a evitare il peso delle indagini fiscali, che stanno mettendo a nudo le discrepanze tra teoria e realtà nella gestione delle dichiarazioni fiscali. Vediamo più da vicino le implicazioni di queste verifiche.

Forfettari nel mirino: l’azione dell’agenzia delle entrate

L’Agenzia delle Entrate ha avviato una serie di controlli mirati, concentrandosi inizialmente sull’anno fiscale 2021. I contribuenti coinvolti stanno ricevendo richieste ufficiali per presentare documenti e atti importanti ai fini dell’accertamento, secondo quanto previsto dagli articoli 51 del DPR 633/1972 e 32 del DPR 600/1973.

Questi inviti spesso si basano su presunte incongruenze nei dati dell’Anagrafe Tributaria. Sebbene le esatte discrepanze non siano sempre chiaramente comunicate, risultano evidenti nella mancata corrispondenza tra i compensi riportati dai forfettari nel quadro LM e le Certificazioni Uniche fornite dai committenti. In caso di errore, è essenziale dimostrare la conformità della propria posizione fiscale tramite una documentazione dettagliata.

Documentazione e prove richieste dall’agenzia

I contribuenti forfettari devono affrontare richieste dettagliate per la produzione di documentazione comprovante i movimenti finanziari. Oltre a tutte le fatture emesse, sono indispensabili anche i documenti bancari per convalidare che i ricavi dichiarati siano coerenti con il principio di cassa, ovvero basati sugli incassi effettivi piuttosto che sul fatturato.

Talvolta, l’Agenzia chiede anche un registro incassi/pagamenti, il quale non è formalmente previsto per i forfettari. Tuttavia, creare un prospetto di raccordo tra le fatture emesse e i relativi incassi può aiutare a chiarire qualsiasi malinteso. È particolarmente utile documentare anche i pagamenti ricevuti in annualità successive a quella di emissione delle fatture per evitare dubbi sulle valutazioni fiscali relative all’anno oggetto dell’indagine.

Errori evidenti e gravi conseguenze

Alcuni contribuenti potrebbero ricevere direttamente un avviso di accertamento senza preavviso. Ciò accade quando la violazione del regime forfettario è palese. Per esempio, coloro che nel 2020 hanno dichiarato redditi da lavoro dipendente o pensioni superiori a 30.000 euro, o che sono soci di società di persone senza aver rinunciato alla quota di partecipazione prima del 31 dicembre dell’anno precedente, rischiano di vedersi negare il regime forfettario.

Il regime forfettario, nonostante sembri una scelta semplice e diretta, può riservare insidie per coloro che non seguono attentamente le sue specifiche normative. In caso di errore, i contribuenti potrebbero trovarsi a dover regolarizzare la propria posizione come fossero in regime ordinario, con conseguenti aggravi fiscali non indifferenti. Pertanto, è essenziale considerare il regime forfettario non come un’area esente da verifiche ma come una scelta da valutare con attenzione.

Per coloro che cercano di rimanere informati e in regola, è disponibile una guida dettagliata e un webinar dal vivo, in programma il prossimo 7 maggio, che forniranno ulteriori chiarimenti e aggiornamenti sul regime forfettario.