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Come risparmiare sulle spese universitarie

Come risparmiare sulle spese universitarie
Photo by Fabio_Ribaudo – Pixabay
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Tra rette, materiali didattici e alloggio, frequentare l’università può sembrare un’impresa costosa. Tuttavia, è importante sapere che alcune di queste spese possono essere fiscalmente dedotte.

Come risparmiare sulle spese universitarie
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Quando si considera il peso economico di un percorso accademico, una questione chiave riguarda le spese deducibili dal punto di vista fiscale. Si solleverà spesso la domanda se i costi iniziali, tra cui i corsi di preparazione agli esami d’ingresso, possano essere inclusi. Ma come si classificano dal punto di vista tributario tali esborsi?

Detrazione delle spese universitarie: Il quadro normativo

Per chi desidera un aiuto fiscale sulle spese universitarie, il punto di riferimento principale è l’articolo 15, comma 1, lettera e) del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi). Questa normativa consente di detrarre il 19% delle spese sostenute per la frequenza di corsi universitari.

Le spese generalmente ammesse comprendono le tasse di iscrizione, i costi di frequenza e alcuni contributi obbligatori associati ai servizi universitari. Tuttavia, non tutte le spese legate al processo formativo sono eleggibili per tali benefici fiscali.

Test di ammissione: quando è possibile detrarre il contributo

Affrontare le spese per i test di ingresso, spesso il primo passo per chi sogna di intraprendere un percorso accademico, è una realtà comune per molti studenti e le loro famiglie. Ma cosa dice l’Agenzia delle Entrate? Con la Risoluzione n. 87/E del 2008, è stata chiarita la posizione: il costo per sostenere un test d’ingresso è detraibile se esso è obbligatorio per l’accesso al corso universitario.

In questo scenario, il contributo non si configura come una spesa accessoria, ma come un requisito essenziale per l’ammissione. La norma stabilisce che tali costi sono quindi assimilabili a quelli di istruzione, potendo essere portati in detrazione.

Corsi di preparazione: nessun aiuto fiscale

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Diverso è, invece, il trattamento riservato ai corsi di preparazione ai test d’ingresso. Studenti motivati si iscrivono a questi corsi – offerti da enti privati o istituzioni – con l’obiettivo di eccellere nei test. Tuttavia, questi corsi non rientrano tra le spese detraibili. La loro natura facoltativa e il fatto che non siano integrati nel percorso universitario ufficiale li esclude dal regime di detrazione fiscale.

La normativa riconosce infatti le detrazioni solo per i corsi universitari ufficiali, che fanno parte del curriculum accademico post-iscrizione, escludendo quelli preparatori che non soddisfano il requisito di ufficialità.

Cosa rientra nelle detrazioni fiscali universitarie?

Al fine di beneficiare delle detrazioni, è fondamentale che le spese siano legate a corsi universitari riconosciuti, siano essi pubblici o privati, in Italia o all’estero. Ecco le spese detraibili:

  • Tasse di iscrizione e contributi universitari
  • Spese di frequenza per corsi di laurea triennale, magistrale e a ciclo unico
  • Costi per master universitari e dottorati riconosciuti

Sono esclusi dai benefici fiscali i corsi preparatori esterni, anche se finalizzati al superamento dei test d’accesso, e tutte le spese accessorie come materiali didattici e trasporti, a meno che non si tratti di specifiche agevolazioni per studenti fuori sede.

Conservare la documentazione: un passo cruciale

Per avvalersi della detrazione del 19% sulle spese universitarie, è imperativo conservare con cura tutta la documentazione relativa ai pagamenti. Le prove di pagamento possono includere ricevute emesse dall’università, quietanze bancarie o bollettini postali, e certificazioni dall’ateneo. Dal 2020, inoltre, si richiede che i pagamenti siano tracciabili tramite bonifico, assegno, o carta di credito.

In caso di verifica, le autorità fiscali potrebbero richiedere di dimostrare l’effettiva esistenza della spesa e la sua conformità alle categorie detraibili.