La diminuzione dello spread BTp-Bund riflette una nuova stabilità economica e politica in Italia, con un avanzo primario promettente e una gestione fiscale prudente.

Gli analisti di Barclays sono fiduciosi nel futuro dei titoli di Stato italiani, evidenziando una significativa riduzione dello spread rispetto ai Bund tedeschi. Questo cambiamento potrebbe segnare la fine di un lungo periodo in cui l’Italia veniva considerata periferica nel panorama finanziario europeo. La nazione si distingue ora per una gestione dei conti pubblici più incisiva e una sorprendente stabilità politica, specie se confrontata con Germania e Francia, vantando un avanzo primario e mostrando una resilienza economica notevole.
Gli sviluppi recenti nei titoli Italiani
Nelle ultime settimane, lo spread dei titoli di Stato italiani è sceso sotto i 100 punti base, un livello che non si vedeva dal 2015, quando la BCE aveva appena avviato il Quantitative Easing. Oggi, nonostante il contesto di tassi d’interesse in calo, la Banca Centrale Europea sta attuando una riduzione del suo portafoglio obbligazionario, mantenendo le aspettative di inflazione vicino al target del 2%. Secondo Barclays, lo spread italiano potrebbe mantenersi stabile tra 70 e 120 punti base, una prospettiva decisamente più positiva rispetto alla precedente valutazione di 90-140 punti. Ma quale evento potrebbe fare la differenza? Il vertice NATO del 24 e 25 giugno a Bruxelles potrebbe rivelarsi cruciale. In tale occasione, i membri dell’Alleanza discuteranno la possibilità di incrementare la spesa militare fino al 5% del PIL, una decisione che potrebbe influenzare i rendimenti tedeschi e ulteriormente ridurre i differenziali con altri paesi dell’Eurozona.
Una competizione più ravvicinata con Francia e Spagna
Recentemente, la Germania ha adottato politiche fiscali più espansive, rompendo una lunga tradizione di austerità. Tuttavia, l’Italia, consapevole del proprio elevato debito pubblico, ha mantenuto una certa cautela, soprattutto in vista di potenziali aumenti della spesa militare. Questa prudenza ha attirato l’attenzione dei mercati, che hanno premiato l’Italia con una riduzione dei rendimenti sui suoi titoli di Stato.
Negli ultimi dodici mesi, il differenziale tra il BTp decennale italiano e l’Oat francese si è ridotto da +0,50% a +0,32%, e, rispetto al Bonos spagnolo, da +0,56% a +0,39%. Allo stesso tempo, il divario con la Germania si è contratto da oltre 130 a 98 punti base. Questo andamento evidenzia non solo una maggiore fiducia verso l’Italia, ma anche un lieve peggioramento della posizione francese. Potrebbe non essere irragionevole ipotizzare che, a medio termine, lo spread italiano nei confronti della Francia possa azzerarsi, riflettendo un’evoluzione nei rapporti di forza tra i due paesi.
Il ruolo cruciale della cautela fiscale Italiana
In questo contesto, quale ruolo gioca il vertice NATO? Recentemente è emerso che l’Alleanza potrebbe considerare come parte delle spese militari anche quelle per la cybersicurezza, un’idea sostenuta da numerosi stati membri. Questo includerebbe anche il controllo delle frontiere e le operazioni di pattugliamento costiero. Si potrebbe aprire una finestra per includere le spese relative alla lotta al terrorismo, rispondendo così alle richieste dell’Italia e di altri paesi dell’Europa meridionale. Quale sarebbe l’impatto? Se i governi dovessero aumentare la spesa per la difesa al 5% del PIL, un ampliamento delle voci di spesa permetterebbe di limitare la necessità di nuovi stanziamenti sostanziali. Proiettando un quadro più favorevole rispetto alle attuali aspettative di mercato, questo scenario potrebbe incentivare l’acquisto di obbligazioni, portando a un abbassamento dei rendimenti e a una ulteriore contrazione dello spread italiano.
Gli investitori potrebbero essere attratti dalla recente valutazione positiva di Moody’s sull’outlook del paese e dall’annuncio del governo Meloni di aver raggiunto l’obiettivo di spesa al 2%. Senza un effettivo aumento delle allocazioni per la difesa, l’Italia riesce a ricollocare i costi all’interno di vari capitoli di bilancio, adottando una contabilità creativa che rassicura i mercati sulla sua costante prudenza fiscale. Se la NATO ufficializzasse questo approccio, potremmo assistere a un ulteriore calo dello spread italiano, mentre la Germania si impegna in spese militari significative.