Il termine del 16 dicembre si avvicina anche per chi vive fuori dall’Italia ma possiede immobili sul territorio nazionale. Ecco cosa c’è da sapere per non sbagliare.

Il saldo IMU 2025 si avvicina, e con esso torna d’attualità un tema spesso trascurato: gli obblighi fiscali di chi risiede stabilmente all’estero ma mantiene proprietà in Italia. L’Imposta Municipale Unica colpisce il possesso di immobili ubicati nel nostro Paese, indipendentemente dal fatto che il proprietario vi abiti o meno.
L’obbligo riguarda non solo i proprietari in senso stretto, ma anche i titolari di altri diritti reali – come l’usufrutto o l’abitazione – mentre restano esclusi gli affittuari e chi vive in comodato d’uso. La regola è semplice: se il tuo nome è indicato come titolare al catasto, sei tu a dover pagare, anche se vivi a migliaia di chilometri di distanza.
Residenti all’estero: stessi doveri, strade diverse
Chi ha trasferito la propria residenza fuori dai confini italiani ma conserva immobili in patria non è esonerato dal pagamento dell’IMU. Scadenze, codici tributo e modalità sono identiche a quelle previste per i residenti in Italia. Tuttavia, l’accesso agli strumenti più comuni, come il Modello F24, può diventare complicato per chi non dispone di un conto italiano o di credenziali digitali.
In questi casi, la legge offre una valida alternativa: il bonifico bancario. È un’opzione utile e spesso necessaria per adempiere agli obblighi fiscali senza dover rientrare fisicamente in Italia. L’importante è inviare il bonifico al Comune in cui si trova l’immobile, utilizzando l’IBAN indicato dall’ente stesso. Se possiedi case in più Comuni? Serviranno più bonifici, uno per ciascuna amministrazione.

Come compilare correttamente la causale del bonifico
Affinché il versamento vada a buon fine, la causale del bonifico deve riportare dati precisi. Nessun margine d’errore: è necessario indicare il codice fiscale del contribuente, il codice catastale del Comune, il numero di immobili oggetto del pagamento, l’anno d’imposta e il tipo di versamento (acconto o saldo). A questi vanno aggiunti il codice tributo IMU e, in caso di pagamento in ritardo, la dicitura “Ravvedimento”.
Un esempio concreto? Per due abitazioni a Caserta, la causale dovrebbe essere simile a: “Saldo IMU 2025 – Codice Comune B963 – N. Immobili 2 – Codice Tributo 3918”. Una corretta compilazione evita problemi futuri e semplifica la verifica da parte degli uffici comunali.
Quando è necessario effettuare due bonifici distinti
Non tutti gli immobili seguono le stesse regole. Se si tratta di fabbricati appartenenti alla categoria catastale D – tipicamente legati ad attività produttive – la legge impone una doppia destinazione del tributo: parte va al Comune, parte allo Stato. In questo caso bisogna eseguire due bonifici separati.
Il primo andrà al Comune, come sempre. Il secondo invece dovrà essere inviato alla Banca d’Italia, utilizzando l’IBAN nazionale dedicato (IT02G0100003245348006108000 – BIC: BITAITRRENT). Per evitare disguidi, è buona pratica inviare copia dei bonifici via PEC all’ufficio tributi comunale. Una precauzione semplice ma efficace, soprattutto per chi opera dall’estero senza accesso diretto ai servizi online italiani.

